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Carceri, Garante dei detenuti: il commento di Sesta Opera San Fedele

“Sportello Garante”, Chiaretti Presidente Sesta Opera San Fedele
Opportuna iniziativa per alleviare criticità in tema di assistenza sanitaria e assegnazione case

 

Milano, 21 giugno 2018 – “Ogni iniziativa volta a garantire il rispetto dei diritti civili ai detenuti è da noi ben accolta. Assicurare dignità a persone che stanno scontando pene detentive è il primo passo verso una loro riabilitazione personale e sociale. In tal senso, l’iniziativa avviata oggi ad Opera dall’ ombudsman regionale può anche facilitare i rapporti tra persone ristrette nella libertà e la pubblica amministrazione consentendo, inoltre, di migliorare le condizioni di sicurezza e di vivibilità all’interno del carcere. Auspichiamo, tuttavia, che si possa andare oltre in modo da favorire la nascita anche del Garante delle vittime, organismo per tutelare, per quanto possibile, non solo i colpevoli ma anche le vittime dei loro reati. Si tratta di una proposta formulata dagli stessi detenuti di Opera, oltre che sostenuto dalla nostra associazione, al termine di un lungo processo di giustizia riparativa e che consente ai rei di rendersi più consapevoli del danno causato alle persone e alla società intera. Solo assumendosi fino in fondo le proprie responsabilità e facendo bene i conti con  il proprio passato si può davvero ricominciare una nuova vita”. 

Questo il commento di Guido Chiaretti, Presidente di Sesta Opera San fedele onlus, associazione di volontariato carcerario, alla notizia dell’apertura nel carcere di Opera dello “Sportello del Garante”, iniziativa promossa dal Difensore regionale della Lombardia e dal Provveditorato all’Amministrazione penitenziaria.  

Tra le priorità su cui Sesta Opera San Fedele onlus sollecita l’iniziativa del Garante dei detenuti, innanzitutto la vigilanza per una corretta ed adeguata assistenza sanitaria. “A Milano – ha spiegato Chiaretti- l’assistenza sanitaria ai detenuti, sia per i ricoveri che per le visite specialistiche, è fornita unicamente dal reparto di medicina carceraria dell`ospedale San Paolo che, pur offrendo un ottimo servizio, risulta inadeguato rispetto alle richieste dei quattro istituti penitenziari milanesi. Un problema serio – ha concluso – di cui spetta al nuovo Garante farsi carico, visto che l`aspetto sanitario delle carceri è di diretta competenza del servizio sanitario regionale”.

Altro aspetto su cui intervenire è, secondo il Presidente di Sesta Opera San Fedele, il problema dell’assegnazione delle case popolari. “L’ufficio di garanzia regionale all’interno del carcere potrebbe inoltre intervenire per smaltire le pratiche relative all’assegnazione delle case popolari, dove i detenuti ammessi alle misure alternative possono scontare le pene ai domiciliari, evitando di gravare inutilmente sull’amministrazione penitenziaria e abbattendo di molto la recidiva”.