Il convegno si pone nella linea di riflessione che unisce l’analisi dei  dissesti finanziari ed economici delle grandi imprese (istintivamente il pensiero va al recente – ma già un po’ dimenticato – caso Parmalat o al caso Enron negli USA ma, basti pensare soltanto qualche anno indietro, limitandoci al panorama italiano, alla vicenda della Cirio e a quella del gruppo Ferruzzi) nel contesto di altre profonde fragilità che non sono solo industriali ed economiche ma anche fragilità del diritto internazionale (che non ha strumenti per far osservare, specialmente alle grandi imprese multinazionali, gli strumenti di controllo elaborati a livello internazionale, ad esempio le Linee guida dell’OCSE o il Global Sullivan Principles) e dei punti di riferimento etici. A questo proposito, il “crimine economico” si configura come un reato di particolare gravità, come risulta ancor più evidente anche ai “non addetti ai lavori” se si lascia l’esclusivo punto di vista dell’analisi tecnica e si guardano le vicende dal punto di vista delle vittime: “… non bisogna dimenticare quanto dolorose e traumatiche possono essere le storie di “risparmio tradito”.

Il convegno, con il seminario riservato ai giovani che approfondirà i temi del potere e del suo complesso rapporto con l’arte, si pone come necessario momento di riflessione, in collegamento con l’esperienza della mostra Captivi (febbraio-marzo 2008, nella Galleria San Fedele) di cui qualifica e specifica la finalità.

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Alcuni interventi:

Gabrio Forti

Don Claudio Doglio

Marco Arnone

Salvatore Bragantini

Gherardo Colombo

Ferruccio Pinotti